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Esoscheletri, un sogno per i paraplegici

Esoscheletri, un sogno per i paraplegici

Unità spinale Bari auspica un 'regalo sotto l'albero'

BARI, 12 dicembre 2014, 18:23

Redazione ANSA

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(ANSA) - BARI, 12 DIC - Lasciare la sedia a rotelle e tornare a camminare in autonomia. Il sogno di tanti paraplegici diventa sempre più realtà con l'uso di apparecchiature definite 'esoscheletri indossabili', veri e propri robot che permettono ai pazienti di stare in piedi sulle proprie gambe. I progressi nel campo scientifico, grazie al lavoro di medici fisiatri, fisioterapisti e bioingegneri che si occupano esclusivamente dell'innovazione tecnologica in ambito riabilitativo, è stato discusso nel corso di un seminario organizzato dal direttore della Unità Spinale unipolare del Policlinico di Bari, Pietro Fiore, e al quale sono intervenuti, tra gli altri, il direttore generale del Consorziale, Vitangelo Dattoli ed esperti del settore neuroriabilitativo. "Questo concentrato di tecnologia - informa una nota dell'Unità Spinale - si indossa come una tuta sopra gli indumenti e viene attivato grazie al bilanciamento del corpo. La struttura di acciaio e carbonio è attivata da quattro motori elettromeccanici alimentati da due batterie che gli danno un autonomia di circa 4 ore. Indossato l'esoscheletro, 16 sensori riconoscono le intenzioni dell'utente in tempo reale calcolando e compiendo i movimenti corrispondenti". L'esoscheletro può essere utilizzato in due modalità: la prima è quella con l'ausilio di un telecomando e con l'aiuto di un fisioterapista per coordinare i movimenti; nella seconda fase, quando si è presa confidenza con l'apparecchio, si deambula da soli grazie all'utilizzo di un deambulatore o due stampelle intelligenti. L'apparecchiatura è regolabile in altezza, da un metro e 50 centimetri a un metro e 90 centimetri, il peso massimo che supporta è di 100 chilogrammi. Può essere adattato nel giro di pochi minuti da una persona all'altra. Attualmente l'esoscheletro viene utilizzato per alcune patologie. Per poter diffonderne l'uso, "migliorando significatamene la riabilitazione dell'ictus, del Parkinson e di tutte quelle patologie demielinizzanti, è stato sviluppato un sistema chiamato 'Variable assist'. "Questo sistema - è stato detto - permette di rilevare la forza residua dell'arto del paziente, compensando il gap mancante per il normale ciclo del passo. Questa opzione, applicabile ad uno o ad entrambi gli arti, è un valido aiuto per tutte quelle patologie invalidanti che necessitano un training riabilitativo agli arti inferiori". "Questo strumento riabilitativo, che non si pone come sostituto della carrozzina - conclude la nota - è sicuramente un passo avanti per tutte quelle persone che non possono più camminare, sicuramente un passo enorme verso l'autosufficienza del malato, il miglioramento dello stato psicofisico del paraplegico e tetraplegico, indubbiamente uno strumento che ci ben fa sperare per il futuro e soprattutto con l'augurio che al più presto la Unità Spinale del Policlinico di Bari possa dotarsi anche di questa innovazione tecnologica".

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