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Unicredit: sentenza, no danni a Divania

Unicredit: sentenza, no danni a Divania

Impresa voleva circa 1,7 milioni per vicenda derivati

BARI, 27 novembre 2015, 16:44

Redazione ANSA

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Il giudice monocratico del Tribunale civile di Bari, Valentino Lenoci, ha rigettato la richiesta della società barese Divania che aveva trascinato in giudizio Unicredit, chiedendo che la banca fosse condannata al pagamento di 1.687.942, oltre che al risarcimento dei danni, per avere "illegittimamente ed abusivamente incamerato la somma suddetta da conti valutari esteri, riducendo la liquidità disponibile" dell'azienda fallita nel 2006. Secondo la tesi del ricorrente, l'imprenditore Francesco Saverio Parisi, all'epoca dei fatti titolare di Divania, la società è fallita per aver stipulato con Unicredit derivati ad altissimo rischio. Nel giugno 2014 il gup di Bari ha però prosciolto all'udienza preliminare 18 imputati, tra cui vertici nazionali e territoriali di Unicredit Banca d'Impresa, stabilendo che essi non hanno truffato Divania, non si sono indebitamente appropriati di somme e non hanno estorto denaro, tramite la sottoscrizione di una convenzione, all'imprenditore Parisi. Sempre per la questione Divania è stata aggiornata all'11 febbraio l'inizio dell'udienza preliminare nei confronti dei vertici di Unicredit accusati di concorso in bancarotta fraudolenta della società barese di salotti. Tra i 16 imputati l'ex amministratore delegato di Unicredit Banca, Alessandro Profumo, e l'attuale amministratore delegato Federico Ghizzoni. Nel giudizio civile appena concluso, Parisi e la curatela fallimentare chiedevano anche che fosse accertata e dichiarata l'illegittimità della capitalizzazione trimestrale degli interessi applicata dalla banca nel 2005, conclusa tra Divania e le banche creditrici e finalizzata al superamento della crisi in cui la società si era venuta a trovare ed alla ristrutturazione del debito bancario. I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali.

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