Nel lavoro: la fine o l'inizio? ''È
sempre un inizio che parte dalla fine. Comincio ogni collezione
dall'errore della precedente. Nell'errore c'è un bivio e
un'esitazione, ci torno e riparto. È molto importante per me
procedere a ritroso: cominciare dalla visione finale. Voglio
raccontare la morbidezza negli uomini, per esempio, e penso al
cielo. A ritroso tutto si allinea. Diciamo quasi tutto (ride)''.
Lo dice Pierpaolo Piccioli, che ieri ha annunciato la fine della
collaborazione con Valentino, nell'ultima intervista da
direttore creativo rilanciata oggi da Hollywood Reporter. È
stata pubblicata per la prima volta nell'edizione cartacea di
The Hollywood Reporter Roma, Corpo Libero. L'intervista è stata
raccolta dall'ex direttrice di THR Roma Concita De Gregorio che
gli aveva chiesto: Il consenso o l'eresia?
''Non puoi generare consenso se cerchi solo quello. Del resto,
quando crei solo consenso non stai facendo niente di nuovo. Il
progresso nasce sempre dalla rottura. Non adattarsi all'opinione
degli altri. Chi si adatta non crea mai una nuova rotta, non
suscita un desiderio. Al massimo, e di solito per poco, crea
effimera popolarità per sé stesso''.
Ma il rosa non è nero, è rosa? ''Era il colore stereotipo di un
certo tipo di femminilità. Il segno di un colore dipende dal
tempo. Nel Cinquecento il rosa era maschile perché veniva dalla
porpora. Il manto della Madonna era celeste. Cambiare il senso
di un colore, dargli un altro significato mi sembra rilevante.
Togliere quell'immagine di femminilità remissiva, restituire
potere alle donne sul terreno più arduo: il clichet. Questo è il
Pink'', risponde Piccioli a De Gregorio.
Qualcuno ha avuto da obiettare? ''Sempre. Ma conta il risultato.
Cosa arriva alle persone. Se dopo due anni sono pink anche le
borse delle catene di supermercati allora qualcosa ha
funzionato. Una sintonia con un bisogno, forse.''.
La nudità è strumento di seduzione o gesto di libertà?
''Certamente è libertà. Ho fatto una collezione che pensavo come
un giardino dell'Eden prima del peccato originale. Volevo
liberare il corpo delle donne dallo sguardo desiderante, quindi
giudicante. Se ti dicono 'non ti devi scoprire, donna, così non
sarai aggredita' io non sono d'accordo ed è mia responsabilità
partecipare a questo discorso pubblico''.
Lei è femminista?
''Il femminismo non è delle donne. Non devi fare parte di una
minoranza per rappresentarla. O sei civile o sei incivile. Tutti
siamo nella battaglia. Il mondo è brutto? Non voglio rifletterlo
ma immaginarlo migliore. Sì, sono femminista. Ovviamente".
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