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Invalsi a processo, favorevoli e contrari

Invalsi a processo, favorevoli e contrari

13 maggio 2014, 14:11

Redazione ANSA

ANSACheck

Per l'ultima tornata di test Invalsi, quella riservata alle scuole superiori, il dibattito si infiamma. Il mondo della scuola infatti, alle prese con i quiz di valutazione, si spacca in due: da un lato i sostenitori e dall'altro tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno cercato di boicottare la prova.

Se tra i docenti c’è una buona componente di contrari, sostenuta anche dalle proteste dei Cobas che hanno indetto delle giornate di sciopero per boicottare il test, tra gli studenti ci sono atteggiamenti diversi. C’è chi ne fa una battaglia in difesa della scuola pubblica e chi invece trasforma la giornata dell’Invalsi in uno dei trending topics più forti del momento. Scatenandosi sui social tra foto e commenti.
Ma c’è anche chi, soprattutto tra i presidi, sposa la tecnica della valutazione e chiede miglioramenti per guardare al futuro.

FAVOREVOLI

PRESIDI: 'La valutazione dell’Invalsi è assolutamente positiva – spiega Mario Rusconi, vicepresidente dell’Associazione nazionale dei presidi, in un’intervista rilasciata al sito specialistico Skuola.net – vanno apportate delle correzioni in base al tipo di classe o al corso di studio ma guai a buttare l’acqua con tutto il bambino. Essere contrari a questo tipo di valutazione equivale a prendersela con il termometro quando segna la febbre. Nel Regno Unito, in cui la scuola sta progredendo nettamente, i test sugli standard di performance esistono dal ’62. Inoltre va considerato che ormai le prove oggettive esistono in tutti i settori, anche per i carabinieri. Perché la scuola non dovrebbe sottoporsi? I docenti dovrebbero prendere spunto dai risultati dei test per sanare eventuali lacune sui programmi trattati. Considerando l’Invalsi come una spia di rilevamento”.

DOCENTI Secondo una rilevazione di Skuola.net, ben 7 ragazzi su 10 riferiscono che i docenti in classe hanno annunciato di voler utilizzare le prove Invalsi come veri e propri compiti in classe. Un modo ben riuscito per spingere i ragazzi a studiare.

STUDENTI Uno stimolo in più, quello dei docenti che mettono il voto in base ai risultati dell’Invalsi, per spingere i ragazzi a studiare. Tre studenti su cinque, infatti, dichiarano a Skuola.net di essersi concentrati sui libri appositamente per il test Invalsi. Ben lontani dunque dal volerlo boicottare.

CONTRARI

PRESIDI E DOCENTI La componente più forte dei contrari all’Invalsi, nel mondo della scuola, parte dal sindacato Cobas che, incrociando le braccia, lancia la polemica contro il sistema valutativo: “abbiamo invitato i docenti e gli Ata delle scuole medie e superiori - spiega Piero Bernocchi, portavoce nazionale - a scioperare e boicottare i quiz per dare un colpo decisivo all’insulso rito, mentre gli studenti derideranno e boicotteranno nelle scuole gli indovinelli con fantasia, ironia ed inventiva”.

STUDENTI Immediata la reazione sui social alla giornata conclusiva per i test, quella dedicata ai ragazzi delle superiori che, puntualmente, si sono scatenati inviando in rete foto e commenti. Una vera e propria diretta in tempo reale, con post lasciati in rete. Mentre La Rete della Conoscenza ha promosso iniziative fuori dalle scuole con volantinaggi e striscioni al motto di “Valutati non schedati”. Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti, spiega: “boicottiamo i test - spiega -perché pensiamo che sia giunto il momento di bloccare questa riforma strisciante della didattica e della valutazione. L'idea che si possa produrre un'istantanea della scuola pubblica senza tener conto delle specificità di ogni contesto e della processualità della valutazione non è solo deleteria ed errata, ma tende ad appiattire verso il basso la didattica, svilendo anche il lavoro dei professori. I test ci riducono a numeri e foraggiano l'idea dello studente come soggetto passivo, pieno di nozioni e incapace di pensare criticamente”.

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