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Vittorie e pole un ricordo, numeri del rosso Ferrari

Vittorie e pole un ricordo, numeri del rosso Ferrari

Crisi di risultati Cavallino: non vince Mondiale piloti da 7 anni

ROMA, 16 aprile 2014, 16:34

Redazione ANSA

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Vittorie e pole un ricordo, numeri del rosso Ferrari - RIPRODUZIONE RISERVATA

Vittorie e pole un ricordo, numeri del rosso Ferrari - RIPRODUZIONE RISERVATA
Vittorie e pole un ricordo, numeri del rosso Ferrari - RIPRODUZIONE RISERVATA

Niente Mondiale piloti da 7 anni, da quando nel 2007 Kimi Raikkonen la spuntò all'ultimo giro in Brasile ai danni di un giovanissimo Lewis Hamilton su McLaren.
   

Niente Mondiale costruttori dal 2008, anno in cui proprio Stefano Domenicali prese le redini della gestione sportiva di Maranello al posto di Jean Todt. Per la Ferrari vittorie attese da tempo e numeri da dimenticare che danno l'idea della crisi di risultati in cui è incappato il Cavallino Rampante, culminata oggi con le dimissioni del team principal Domenicali. Dopo aver subito per quattro lunghi anni il dominio della Red Bull, la Ferrari ora rischia di inchinarsi a lungo alla Mercedes, nuova leader del Mondiale con l'avvento del turbo e di una serie di regole tanto discusse quanto rivoluzionare.
   

Per quanto riguarda le vittorie nei Gran Premi, il primo posto sul podio manca da 11 mesi: l'ultimo centro risale al 12 maggio del 2013 con la cavalcata di Fernando Alonso sul circuito di Montmelò vicino a Barcellona. Allora la vittoria dello spagnolo fu schiacciante facendo credere che il 2013 sarebbe stato l'anno giusto per tornare a vincere, ma poco dopo, anche grazie al cambio di rotta sulle gomme Pirelli, la Red Bull ricominciò a inanellare super prestazioni fino a portare Sebastian Vettel al quarto titolo consecutivo con tre gare di anticipo.

Se si guarda invece alle pole position, la Ferrari non riesce a partire davanti a tutti da quasi due anni, dal 22 luglio del 2012, data del via del Gran Premio di Germania che Alonso riuscì poi a vincere alimentando le sue speranze di poter andare a trionfare per la prima volta con la Ferrari. Lo spagnolo andò al giro di boa del Campionato di quell'anno al comando della classifica, ma, a causa della sfortuna e di qualche incidente di troppo (pauroso quello al via nel Gp di Spa quando la Lotus di Grosjean speronò la Ferrari di Alonso), l'asturiano subì la rimonta da parte di Vettel che arrivò al terzo sigillo all'ultimo Gp a Interlagos in Brasile.
 

Poi, la stagione 2014, quella in corso. Neanche un podio nelle prime tre gare con gran distacco dalle Mercedes e l'addio sofferto di Domenicali sono storia di oggi che vede una Ferrari ancora troppo brutta per essere vera. Eppure il digiuno di vittorie della Ferrari non il più lungo nella storia della Rossa, che nella sua epopea in Formula 1 ha vissuto altri due periodi terribili senza poter festeggiare il Mondiale piloti. Il primo, della durata di 13 anni, dal 1964 (allora l'iride la conquistò il britannico John Surtees) al 1977 (quando a rivincere il titolo per la Ferrari fu Niki Lauda); il secondo periodo, quello più duraturo anche se inframezzato da alcuni Mondiali costruttori (ben 21 anni senza titolo piloti), dal 1979, quando a far trionfare la Rossa fu il sudafricano Jody Scheckter, al 2000, anno d'inizio dell'era dei record targata Michael Schumacher.

   

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