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Olanda: Marquez asso pigliatutto, mondiale ipotecato

Olanda: Marquez asso pigliatutto, mondiale ipotecato

Spagnolo dominatore assoluto. V.Rossi: 'Sta a noi fermarlo'

ASSEN (OLANDA), 11 luglio 2014, 19:31

Redazione ANSA

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Il podio di Assen © ANSA/EPA

Il podio di Assen © ANSA/EPA
Il podio di Assen © ANSA/EPA

n vero e proprio monologo quello che sta andando in scena al mondiale di motogp con lo spagnolo Marc Marquez dominatore assoluto. Otto gran premi e otto vittorie, 200 punti su 200 in classifica, l'avversario più 'vicino' Valentino Rossi staccato di 72 punti, abissale il divario con Jorge Lorenzo (che appena un anno fa gli contendeva il titolo iridato), 119 punti. L'unico 'ostacolo' per Marquez i miti del passato. Se Marquez dovesse continuare su questi ritmi, il mondiale potrà considerarsi concluso ben prima della data prevista. Marquez, che ha dimostrato e continua a farlo, di avere una forza incredibile, sia sportiva che psicologica e ormai non nasconde più di pensare molto alla classifica. "Marc evidentemente vuole vincere tutte le gare, siamo noi che dobbiamo impedirglielo", le parole di Valentino Rossi, nel ruolo di ''inseguitore'' e l'unico, al momento, che sembra avere le carte in regola per contrastare la cavalcata dello spagnolo. Il nove volte iridato ci ha provato anche in Olanda, azzardando una mossa, quella della scelta delle slick in partenza, che si è però rivelata fallimentare. Nonostante questo errore - per alcuni grossolano - Rossi ha compiuto una rimonta avvincente chiudendo la corsa in quinta posizione alle spalle di Aleix Espargarò.
    Chi risulta ormai fuori da ogni pretesa mondiale è Jorge Lorenzo. Lo spagnolo che lo scorso anno corse in Olanda dopo essere tornato a Barcellona per farsi operare alla spalla infortunata in prova ha confessato di aver avuto paura durante la gara. "Lo devo ammettere - ha detto Lorenzo - ho pensato allo scorso anno e ho avuto paura. Devo accettarlo e capire il perché". Si tratta di un problema serio quello accusato da Lorenzo. Il motociclismo ad alti livelli, infatti, non contempla la paura di andare al massimo, quello del pilota iberico è un campanello di allarme che ha fatto smettere di correre diversi piloti. 
   

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