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Fedez accusato di calunnia ai danni di Codacons, chiesto il proscioglimento

Fedez accusato di calunnia ai danni di Codacons, chiesto il proscioglimento

Il rapper: 'L'associazione si occupi di cose utili'. La sentenza il 17 giugno

ROMA, 07 maggio 2024, 10:45

di Marco Maffettone

ANSACheck

Fedez al tribunale di piazzale Clodio - RIPRODUZIONE RISERVATA

    Ha lasciato la cittadella giudiziaria di Roma con le mani alzate in segno di vittoria. Per lui il pm ha chiesto il non luogo a procedere nel procedimento che lo vede imputato per l'accusa di calunnia ai danni del Codacons.

È durata oltre tre ore l'udienza davanti al gup della Capitale per Fedez in un nuovo capitolo della diatriba giudiziaria che da mesi lo vede contrapposto all'associazione dei consumatori fatta di denunce e controdenunce. Oggetto di questo processo le accuse che il rapper ha mosso contro il Codacons su un presunto banner ingannevole pubblicato nel 2020 sul sito del Codacons in tema di coronavirus. "E' andata benissimo - ha affermato l'arista uscendo da piazzale Clodio -. E' l'undicesima volta che un magistrato chiede un proscioglimento: il Codacons si metta il cuore in pace e si dedichi a cose più utili. In aula mi sono difeso affermando che il banner utilizzato per la raccolta fondi fosse ingannevole".

Video Fedez: 'L'11esimo giudice che mi da' ragione, il Codacons si rassegni'

 

Per lui il pm Antonino Di Maio ha chiesto il proscioglimento dalle accuse affermando che manca l'elemento soggettivo del reato. Il giudice ha aggiornato l'udienza al prossimo 17 giugno quando arriverà la sentenza. Prima della requisitoria del rappresentate dell'accusa, Fedez si era sottoposto ad interrogatorio così come da lui sollecitato nei mesi scorsi. Un confronto con le parti durato oltre 90 minuti durante i quali l'imputato ha respinto le accuse affermando che il banner che compariva sul sito dell'associazione era per lui ingannevole e "come cittadino ho sentito il dovere di denunciare tutto ai carabinieri".

In base a quanto contenuto negli atti dell'indagine, il 17 aprile del 2020 Fedez si è recato alla stazione dell'Arma di Roma Trionfale per presentare la querela ai danni dell'Associazione. Per l'accusa il contenuto di quella denuncia rientra nel reato di calunnia. Nel capo di imputazione si afferma infatti che l'ex di Chiara Ferragni avrebbe "accusato falsamente" Carlo Rienzi, il presidente del Condacons (oggi presente in aula), di tentata truffa e diffamazione. Federico Lucia, nome all'anagrafe del rapper, "accusava falsamente Rienzi di aver pubblicato un messaggio ingannatorio sul sito internet del Codacons con il quale - è detto nel capo di imputazione - si sarebbe fatto credere che la raccolta fondi promossa sulla pagina internet www.codacons.it nel mese di marzo del 2020 fosse destinata alla battaglia contro il Coronavirus", inducendo così "un numero indeterminato di utenti ad aderire alla suddetta campagna, al fine di procurarsi donazioni che invece venivano impiegate a vantaggio esclusivo del Codacons".

Nell'esposto Fedez ha accusato Rienzi di averlo diffamato in comunicato stampa del marzo 2020 e in diversi video pubblicati su YouTube. I reati ipotizzati dall'artista sono stati, poi, archiviati portando l'artista ad essere accusato di calunnia. Nei confronti di Fedez, i pm di piazzale Clodio in un primo momento avevano sollecitato l'archiviazione che è stata però respinta dal tribunale che ha disposto per Fedez l'imputazione coatta.

   

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