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Gaza: lascia la parrocchia, 18enne cristiana muore per malore

Gaza: lascia la parrocchia, 18enne cristiana muore per malore

Al confine. Lara e la mamma avevano pagato il visto per l'Egitto

CITTÀ DEL VATICANO, 25 aprile 2024, 09:28

Redazione ANSA

ANSACheck

© ANSA/EPA

E' morta al confine, proprio mentre stava lasciando le bombe di Gaza per cercare una nuova vita in Egitto. Lara Sayegh, 18 anni, cristiana, è morta per un colpo di sole proprio mentre coronava il suo sogno di lasciarsi la guerra alle spalle, di riprendere gli studi, di ricominciare la vita con una nuova speranza. Dal 7 ottobre viveva nella parrocchia cattolica della Sacra Famiglia, la loro casa era stata bombardata. Lara aveva perso il papà il 21 dicembre scorso per l'impossibilità di ricevere cure nella parrocchia cattolica dove sono rifugiate oltre seicento persone e che scarseggia di tutto.
    A dare la notizia della morte della giovane cristiana è il fratello, Khalil Sayegh, attivista palestinese, presidente di Agora Initiative: "Lei e mia madre stavano raggiungendo l'Egitto per mettersi in salvo. Il mio angelo è collassato mentre stava camminando sul 'percorso sicuro' oltre il checkpoint israeliano, in un'area dove le forze armate israeliane rifiutano da tempo l'ingresso ad ambulanze, automobili o altri servizi di emergenza. Mia madre, che l'accompagnava dalla chiesa cattolica a Rafah, è attualmente in coma a causa dello shock". "Continuerò a lottare per la giustizia per la mia famiglia e per le altre vittime di questo genocidio", scrive sui social Sayegh. La sorella Daddie Grace racconta: "Era felice di uscire da questa guerra dolorosa".
    Le due donne, la figlia Lara con la mamma che è ora in coma, avevano pagato il visto per entrare in Egitto, 5mila dollari ciascuna. La giovane è morta praticamente a causa di un colpo di sole, senza la possibilità di ricevere soccorsi. Ora, secondo quanto riferiscono fonti della comunità cristiana, la giovane Lara sarà sepolta lì dove è morta. Il suo corpo non potrà essere riportato nella parrocchia di Gaza né per i funerali né per la sepoltura perché tutti coloro che lasciano il Nord della Striscia, dove si trova appunto la parrocchia cattolica, non possono tornare indietro.
    Dolore per la vicenda è stato espresso dal parroco della Sacra Famiglia, padre Gabriel Romanelli e dal viceparroco, padre Iusuf Asad.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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